Lonely Planet

Oggi il Corrib ha esondato, non succede spesso.
Gli spagnoli sono entusiasti, agitano il loro mullet mentre corrono scalzi tra il fango salmastro, le locuste marine e i cigni aggressivi.

Galway.

Il tempo è congelato qua, i negozi chiudono alle 4, mentre una vecchia col capellino rosa e la sua amica sono alla terza birra. E sono solo le cinque e mezza.
Mentre sono seduta ho contato più i trenta persone coi capelli rossi, in manco due ore.
Sono in hangover perenne, ormonale e fisico, per cui rimangono solo le cose veramente intense, i ricordi esagerati. Il resto si annacqua con il fiume e scivola via, trasparente come quando pisci ed hai bevuto troppa birra.

La gente mi saluta per il semplice fatto che io esista.

In ogni casa le finestre sono altarini, non esistono delle vere tende o delle persiane. Mostri al mondo chi vorresti che gli altri sappiano che tu sia. Un veliero, dei gatti in ceramica, dei fiori viola.
Io credo che finirei per metterci una madonna coi colori fluo, dei dischi e della biancheria appallotolata.